I primi mesi di vita di un neonato possono essere un’esperienza gioiosa e allo stesso tempo demotivante per i neogenitori. La maggior parte di loro supera il primo trimestre di vita del bebè illesa ma esausta, con solo un vago ricordo della privazione del sonno che hanno subito.

Ogni futuro genitore è stato accuratamente messo in guardia sul fatto che i primi mesi dopo la nascita saranno frenetici e sconvolgenti sotto ogni aspetto. Molti futuri genitori si chiedono spesso quanto il loro neonato dormirà, come dormirà e, soprattutto, se loro dormiranno mai di nuovo.

In questo articolo, esploreremo considerazioni da tenere a mente e alcuni suggerimenti sull’importanza della routine per il sonno del bebè – e anche per i neogenitori.

Il riflesso di Moro e la sua influenza sul sonno del neonato

Uno dei riflessi neonatali presente in tutti i bambini fino a 6 mesi di età è il riflesso di Moro, una risposta automatica a un’improvvisa perdita di sostegno che si manifesta come una reazione di soprassalto accompagnata da improvvisa apertura delle braccia al verificarsi di stimoli come un rumore improvviso o un movimento brusco o rapido.

Questo riflesso influisce sulla capacità del neonato di sentirsi a proprio agio in un determinato ambiente e, dunque, di addormentarsi. È buona norma creare un nido che possa tranquillizzare il bebè da una sua paura inconscia.

Nel nostro Online Store, potrai trovare alcune soluzioni:

  • il Baby Nest di Bamboom è una culla da viaggio con riduttore integrato morbida e traspirante, realizzata con materiali naturali ed ecosostenibili. Questa culla dai colori neutri è apprezzata anche dalla sua praticità, che la rende ideale per il trasporto. Leggera e pieghevole, è impreziosita da una pratica zanzariera e da una cappottina in bambù per il riparo dal sole.
  • in alternativa, i riduttori per i lettini o i paracolpi sono un’ottima soluzione. Morbidi, imbottiti e dai tessuti anallergici, possono essere posizionati ai lati e agli angoli del lettino o della culla del bebè, assicurando un’ampia protezione.

Monitorare la durata del sonno

Molte mamme lamentano la stanchezza causata dalla ridotta durata del sonno del bebè. Quando i tempi di veglia sono molto lunghi, si risente sia fisicamente che mentalmente una difficoltà nella normale routine quotidiana. Per questo motivo, è utile monitorare l’effettiva durata del sonno del bebè al fine di avere una situazione più chiara per una successiva stesura della routine del sonno.

Per monitorare il sonno del bebè puoi optare per un’agenda giornaliera o un taccuino. È utile anche segnare i progressi al termine della settimana, per poi confrontarli a fine mese.

È importante tenere a mente che il bambino avrà bisogno di iniziare a dormire nel posto giusto: quando raggiungono i 3 mesi, è tempo di concentrarsi sull’aiutarli a imparare a dormire anche nella loro culla, in modo che poi non avranno problemi a prender sonno in qualsiasi circostanza domestica, secondo delle regole che possano aiutarli e non spaventarli.

La regressione del sonno

Un momento cruciale nella vita dei piccoli e dei genitori è indubbiamente la regressione del sonno. Questo fenomeno fisiologico si verifica nelle fasi più importanti di sviluppo del bebè: il compimento dei 4 mesi, 6 mesi, 10 mesi e 12 mesi. Queste fasi coincidono con lo sviluppo psicomotorio; a 4 mesi il bimbo impara a rotolare e ad afferrare gli oggetti, indi per cui il suo cervello si sforza di più per coordinare il corpo. Dunque, questa regressione del sonno è giustificata dall’aumento delle capacità cognitive.

La sleep regression si manifesta con alcuni segnali di irrequietezza, tra cui: malessere, tanti risvegli notturni, maggiore veglia durante il giorno ed un aumento o diminuzione dell’appetito. Questo fenomeno è importantissimo per lo sviluppo del bambino, dunque non va interpretato come un affronto o un’incapacità ad aver regolato sufficientemente la routine; al contrario, bisogna aver fiducia nella routine stabilita e tornare con gradualità ad attivarla.

Il periodo della regressione del sonno, nella maggior parte dei casi, si risolve in due settimane, ma la tempistica è dettata dal ritorno alla routine del sonno, che aiuterà il bambino a tornare ai suoi ritmi pre-regressione.

Uno dei consigli che mi sento più di darvi è di non affidarvi ciecamente alle routine trovate online. Non è corretto per te e per il tuo bimbo, permettere a qualcun altro di decidere cosa sia meglio per voi, quando non conoscono nulla del bambino e delle dinamiche familiari.

Prendere consapevolezza dell’unicità e della diversità della vostra famiglia ti consente di avere in mano la situazione e di fare scelte ponderate e sagge.

Occhio all’alimentazione!

Vige una verità che molti si dimenticano: l’alimentazione influisce sul sonno e il sonno influisce sull’alimentazione. Una volta compresa questa connessione, i bambini diventano un po’ più semplici da decifrare.

In queste prime settimane, è il bambino che detta quando ha fame. È importante comprendere i segnali di fame per evitare che si sentano sovra-stimolati da diverse necessità non soddisfatte. L’alimentazione “al momento giusto” porterà a poppate più piene e a una conciliazione del sonno migliore.

Altro da tenere a mente

Comprendere anche i segnali del corpo del bambino ti aiuteranno a capire le sue necessità. I bambini soffrono parecchio gli sbalzi termici, per cui utilizzare un sacco nanna può essere un’ottima soluzione in qualsiasi stagione dell’anno.

I neonati dimostrano di avere freddo quando le mani e i piedini sono effettivamente freddi. Tuttavia, è un segnale che talvolta può essere frainteso: se il bebè ha le guance rosse e il collo sudato si trova in una situazione di caldo eccessivo.

Leggere una favola o cantare una canzoncina dolce possono essere strategie utili per la routine del sonno, in quanto hanno la funzione di prepararlo a ciò che accadrà a breve. È bene anche non aspettare che sia esausto per metterlo a letto, poiché i bambini tanto stanchi sono più nervosi e, dunque, sarà più difficile farli addormentare. È preferibile, a tal fine, non agitare il bambino nelle 2 ore che precedono il sonno, evitando giochi troppo vivaci.

Fonti: Motherly, Uppa

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