I neonati prematuri tardivi, nati tra la 34ª e la 37ª settimana di gestazione, rappresentano una categoria specifica di bambini prematuri che, pur sembrando simili ai nati a termine, affrontano particolari sfide nei loro primi giorni di vita. Tra queste, l’allattamento al seno può presentarsi come una delle più complesse. Scopriamo quali sono i principali rischi e le difficoltà che incontrano e come i genitori possono affrontarle al meglio.

Peculiarità dei neonati prematuri tardivi

I neonati prematuri tardivi costituiscono il gruppo più numeroso tra i neonati prematuri, rappresentando circa il 70% del numero totale delle nascite pretermine. Questi neonati nascono in un’età gestazionale compresa tra le 34 e le 36 settimane e 6 giorni, con un peso alla nascita compreso tra i 2 e i 2,5 kg.

I neonati prematuri tardivi sono neonati particolarmente delicati sotto ogni punto di vista. Sebbene alla nascita siano stabili dal punto di vista cardio-respiratorio, presentano una maggiore vulnerabilità rispetto ai neonati a termine, data l’incompleta maturazione degli organi e degli apparati. Questa peculiarità li espone a varie patologie perinatali e ad un maggiore rischio di problemi neuroevolutivi. Questo rischio può comportare esiti a distanza ed è dovuto dal mancato completamento dello sviluppo del sistema nervoso in utero, che avviene nelle ultime settimane di gestazione.

Essere consapevoli delle esigenze specifiche che richiede questo gruppo di neonati è fondamentale per la pratica clinica e per un supporto adeguato.

Sfide dell’allattamento al seno

I neonati prematuri tardivi affrontano sfide uniche e spesso invisibili nell’avvio dell’allattamento al seno. Una delle maggiori difficoltà è la loro limitata capacità di suzione e deglutizione, abilità ancora in fase di sviluppo tra la 34ª e la 37ª settimana. I loro muscoli e il sistema nervoso non sono del tutto pronti a coordinare il movimento complesso che consente loro di nutrirsi in modo efficace e prolungato. Questa difficoltà può lasciare i genitori preoccupati e incerti, soprattutto di fronte alla fatica che il piccolo dimostra già dopo pochi minuti di allattamento.

L’allattamento al seno, però, resta una risorsa preziosa e protettiva per i neonati fragili. Il latte materno offre infatti componenti bioattivi e immunoglobuline che aiutano a rinforzare il loro sistema immunitario, meno sviluppato rispetto ai nati a termine (American Journal of Clinical Nutrition).

Queste sfide, benché possano sembrare insormontabili, non devono scoraggiare i genitori. L’Academy of Breastfeeding Medicine (ABM) ha pubblicato un protocollo clinico dedicato all’allattamento al seno di neonati prematuri tardivi e quasi a termine. Stabilire la produzione di latte materno e garantire che il neonato prematuro tardivo riceva una quantità sufficiente di latte sono aspetti fondamentali che garantiscono il benessere del neonato nei primi giorni.

Supporto e strategie per facilitare l’allattamento

L’ABM ha fornito, inoltre, dei consigli pratici per affrontare consapevolmente le ore successive alla nascita del neonato prematuro, sottolineando alcuni punti chiave per le neo-mamme. Il primo step fondamentale è avviare l’allattamento al seno entro la prima ora dopo il parto; le tempistiche ristrette garantiscono la produzione di latte futura. Nelle circostanze in cui la mamma non potesse allattare al seno, è consigliabile effettuare l’estrazione del latte materno tramite un adeguato tiralatte ospedaliero.

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L’allattamento al seno prevede una curva di apprendimento sia per la neo-mamma che per il neonato. Non è un processo immediato e non è automatico e, benché questo causi parecchie frustrazioni nella mamma, è del tutto normale. Favorire un buon attacco al seno fin dall’inizio inizia con il posizionamento corretto.

Un neonato che non riesce ad attaccarsi correttamente è doloroso anche per le mamme, portando a sviluppare una serie di problemi come flusso di latte ridotto, capezzoli dolenti e stress. Nelle visite prenatali solitamente viene spiegato ai futuri genitori l’anatomia del seno e la fisiologia dell’allattamento al seno, in modo da poter intervenire già in anticipo tramite l’utilizzo di paracapezzoli o modellatori del capezzolo. Queste soluzioni lavorano sulle mamme che presentano capezzoli introflessi o piatti in modo da facilitare il futuro attacco al seno del neonato.

Per un attacco corretto, il neonato deve poter prendere gran parte dell’areola in bocca. La posizione reclinata – anche conosciuta come “biological nurturing” – è consigliata nei primi giorni dopo il parto ed è dimostrato che favorisce l’attacco corretto, riducendo l’incidenza di dolore e trauma ai capezzoli. I capezzoli screpolati e dolenti rappresentano una problematica comune nelle prime settimane di allattamento al seno ma, fortunatamente, esistono parecchie soluzioni per lenire rapidamente i sintomi. Nel nostro catalogo online potrai trovare creme e balsami lenitivi per ogni esigenza.

Benefici a lungo termine dell’allattamento al seno per i prematuri tardivi

L’allattamento al seno non è solo un alimento, ma un vero e proprio intervento terapeutico per il neonato prematuro. Le ricerche dimostrano che il latte materno è ricco di elementi che contribuiscono allo sviluppo cerebrale e neurocognitivo, tra cui acidi grassi essenziali come il DHA e il colostro, che supportano la formazione delle connessioni neurali nei primi mesi di vita (Pediatrics Journal). Per i neonati prematuri, che possono essere più esposti a difficoltà nello sviluppo motorio e cognitivo, il latte materno offre una fonte preziosa di protezione e stimolazione.

Un altro beneficio significativo è il potenziamento del sistema immunitario: il latte materno fornisce anticorpi, proteine e cellule immunitarie in quantità che non possono essere replicate da nessun altro tipo di nutrizione (Journal of Human Lactation). Questo “scudo immunitario” aiuta a ridurre il rischio di infezioni respiratorie, intestinali e di altri disturbi tipici dei neonati fragili. Inoltre, studi di lungo termine suggeriscono che i bambini nutriti al seno sono più protetti da problemi cronici, come obesità e diabete, durante la crescita.

Questi vantaggi non riguardano solo la salute fisica ma anche il benessere psicologico: il contatto pelle a pelle e l’interazione durante l’allattamento favoriscono il legame tra genitore e figlio, creando una base sicura per la sfera emotiva e sociale del bambino. In questo modo, anche se l’inizio dell’allattamento può essere complicato per un neonato prematuro tardivo e per i genitori, i benefici di questo percorso sono profondi e duraturi.


Affrontare le sfide dell’allattamento al seno per un neonato prematuro tardivo può sembrare un percorso in salita, fatto di prove, adattamenti e momenti di incertezza. Tuttavia, come testimoniano le ricerche e le esperienze di molti genitori, il latte materno offre una fonte di sostegno unica per i neonati più vulnerabili.

Con il giusto sostegno e l’aiuto di professionisti qualificati, molti genitori trovano che le difficoltà iniziali si trasformano in una routine di cura e conforto. Ogni piccolo traguardo raggiunto diventa una prova dell’impegno e della resilienza di genitori e neonati insieme, in un percorso che, pur impegnativo, è ricco di gratificazione e significato.

Fonti:

Ospedale Bambino Gesù

Medela Rivista 2/2022

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